Seminario esperienziale di SOMATIC EXPERIENCING®
13/14 ottobre 2018
Le ferite dello sviluppo
Ritrovare la vulnerabilità come risorsa per fluire nella vita
condotto da Elisabetta Ugolotti
Il seminario è esperienziale ed aperto a tutti, faremo esplorazioni delle dinamiche relative allo sviluppo e all’attaccamento in relazione alla possibile traumatizzazione precoce. Osserveremo come sia possibile interagire con la fisiologia delle persone con esperienze di trauma nello sviluppo.
Faremo esercizi ed esperienze di come il nostro corpo trattiene queste esperienze precoci e svilupperemo esercizi e pratiche per rilasciare o completare antichi processi rimasti bloccati nel nostro corpo.
All’inizio della vita la connessione di ogni essere umano con la mamma (o di chi si prende cura di lui) funziona come regolatore del sistema nervoso. Una sana connessione tra la madre e il bambino è dunque di fondamentale importanza affinchè quest’ultimo possa sviluppare una buona capacità di autoregolazione.
Il nostro sistema nervoso autonomo matura ricevendo dagli altri l’aiuto per regolare gli stati di attivazione.
Un neonato è in sintonia con la madre che arriva con il cibo quando ha fame e lo culla per farlo addormentare quando è stanco. E attende che la madre ed il padre siano presenti e tranquilli quando gli danno da mangiare o gli cambiano il pannolino, e che di giorno lo incoraggino a giocare.
Impariamo così ad aspettarci che i nostri bisogni primari siano soddisfatti. Il senso di sicurezza e fiducia prendono radice da questi ritmi di interazione e ci rendono capaci successivamente di sviluppare flessibilità e coerenza nel muoverci nella vita.
Nell’esperienza del bambino l’attenzione reciproca e l’imitiazione formano la base per la capacità di connessione e interazione con le persone. Ricevere dagli altri attenzione sicura e mantenuta lo porta ad imparare a focalizzare da solo la propria attenzione. L’imitazione delle espressioni facciali gradualmente porta il bambino a sviluppare la capacità di esprimere con il viso quello che sente a livello viscerale
Il neonato poi si concentra sulle reazioni totalmente prevedibili delle persone che ha attorno. In questo modo impara a notare ed esprimere con chiarezza quello che gli piace e quello che non gli piace. Questo coordinamento da il via alla sua danza relazionale.
Lo sviluppo del neonato è dunque ampiamente determinato dall’ambiente, in particolare dalla forma di legame con i genitori: il piccolo si orienta in base all’espressione del loro volto, quando esplora l’ambiente circostante o si confronta con persone estranee. Se i genitori gli sorridono, guadagna coraggio, se lo guardano preoccupati, indietreggia spaventato. Se i genitori tuttavia sono poco presenti o occupati prevalentemente in altre faccende, il neonato non può percepire l’espressione del loro volto e non sa pertanto come deve reagire alle esperienze. Sarà dunque impedito nel suo atteggiamento di esplorazione.
La percezione che ne deriva guiderà la “biologia”. Le informazioni che arriveranno dall’ambiente potranno dunque favorire crescita oppure attivare meccanismi di protezione (lotta, fuga, ecc.). Quanta maggiore è la quantità di energia necessaria al piccolo per proteggersi, tanto meno ne resterà per il suo successivo sviluppo.
Quello che accade nel livello autonomo è registrato come sensazione, sia all’interno del proprio corpo sia dall’ambiente. La sensazione è necessaria per sviluppare le capacità di interazione corporea, come l’attenzione, il rispecchiamento, la risonanza, l’impulso a cercare accudimento e la capacità di lasciarsi calmare o coinvolgere da un’altra persona. Nella vita quotidiana, spesso lo chiamiamo ’essere capaci di ricevere’ dagli altri.
Che cos’è Somatic Experiencing®?
È uno degli strumenti più efficaci per la gestione e il superamento degli effetti che eventi traumatici lasciano nell’individuo. Il contributo più significativo di SE è la comprensione che il trauma non è un fenomeno esclusivamente psicologico, ma una complessa reazione psico-neuro-fisiologica a un evento sopraffacente.
“Il trauma non è nell’evento, ma nel sistema nervoso”
Basi biologiche
La nostra risposta al trauma è fondamentalmente fisiologica e non può essere completamente gestita attraverso le capacità cognitive.
Ecco perché, per una completa risoluzione del trauma, è necessario un approccio che coinvolga le reazioni fisiologiche e non solo gli aspetti cognitivi dell’individuo.
Le risposte biologiche di base con cui l’essere umano reagisce a una minaccia, sia essa percepita o reale, mobilizzano i meccanismi di difesa, sotto forma di lotta o fuga.
Quando queste modalità difensive sono utilizzate con successo, il nostro corpo spontaneamente ritorna a uno stato di equilibrio e funzionalità. Se il nostro meccanismo di difesa non riesce a raggiungere un completamento e a superare la minaccia, la nostra energia di sopravvivenza, mobilizzata per la lotta o la fuga, non ha la possibilità di scaricarsi e finisce così per essere bloccata all’interno del nostro sistema nervoso e convertita in sintomi.
Il trauma risulta quindi dal non completamento della naturale risposta fisiologica a un’esperienza percepita come una minaccia per la nostra vita o per il nostro senso d’integrità.
L’approccio SE® permette la risoluzione e il completamento biologico della risposta alla minaccia rimasta bloccata enfatizzando e ritracciando nuove esperienze di capacità e forza.
SE è un approccio progettato per ritrovare la capacità di autoregolazione del Sistema Nervoso. È un modello, orientato alle risorse, alla coerenza e non regressivo.
Elisabetta Ugolotti, SEP di Somatic-Experiencing, Operatrice Prenatale, Perinatale e Nascita, Narm, Neuroaffettivo, Isp, lavora come Operatrice Somatica e insegnante di Craniosacrale. Certificata Assistente Senior SE® opera professionalmente con i principi fondamentali di neurofisiologia del trauma.
Fa parte del team promotore di Somatic Experiencing in Italia