Il rimedio diventa farmaco: quanto ci costa e cosa guadagniamo?
Importanti novità emergono nel campo della medicina omeopatica a livello di normativa nella produzione e commercializzazione dei rimedi.
Se da un lato anche l’Italia si allinea finalmente con una politica già in atto da anni in altri paesi dell’Unione Europea, la burocrazia e le procedure di realizzazione di questi farmaci nel nostro paese sono diventate inverosimilmente complesse e costose.
Le conseguenze si tradurranno in termini di irreperibilità in farmacia dal gennaio 2019 di circa il 60% di medicinali attualmente disponibili. A non essere prodotti non saranno rimedi non efficaci, ma i meno prescritti, un parametro esclusivamente quantitativo, che non prende in considerazione la necessità terapeutica di quel numero sia pur più basso di pazienti.
Un processo di cambiamento che negli altri stati ha richiesto tempi lunghi anni, da noi è scaduto lo scorso giugno, dopo decenni di elusione nell’applicazione delle norme relativi a questa regolamentazione. Perché quella di eludere e rimandare è un’arte tutta italiana che non risparmia nessun settore mentre gli altri paesi vanno avanti.
Stabiliti come ultimi i termini dalla Legge Finanziaria 2015, il Ministero della Sanità (la stessa governance che contemporaneamente ha rivoluzionato il sistema delle vaccinazioni) ha rifiutato ogni richiesta di proroga per la presentazione da parte delle aziende produttrici di quei complicati dossier con i quali gli stessi rimedi, già usati da decenni nella terapia omeopatica, avrebbero potuto essere registrati come farmaci negli elenchi dell’Agenzia Italiana del Farmaco. Le linee guida per la compilazione di questi dossier è stata data con pesanti ritardi alle aziende produttrici, che da parte loro non hanno saputo accordarsi per dividersi i differenti rimedi da registrare, in modo equo e organizzato. Ossia accadrà che lo stesso rimedio venga prodotto da più marchi, perché più prescritto e quindi venduto, mentre altri scompariranno completamente dalla produzione italiana. Resta internet, l'acquisto online, che però non garantisce la sicurezza nella produzione del farmaco.
Sono tanti gli aspetti da conoscere e ci siamo rivolti alle diverse figure professionali in campo omeopatico per chiedere le risposte necessarie soprattutto ai pazienti in un quadro d’insieme più comprensibile.
In questa pubblicazione troverete numerose interviste, articoli, informazioni sugli scenari attuali e futuribili, senza lasciare in secondo piano quelle che sono le peculiarità della medicina omeopatica, che non può essere assimilata dentro i protocolli indifferenziati in cui viene praticata la medicina allopatica e il farmaco di sintesi.
Un numero importante, aperto dall’editoriale di Simona Mezzera e scritto con la collaborazione di Carlo Cenerelli, Giovanni Gorga (Omeoimprese), Giuseppe Spinelli (Cemon), Laura Borghi, Elio Rossi, Antonio Lopez, Pia Barilli, Paola Iop, Valerio Selva…