Nel linguaggio simbolico, fin dall’antichità, la colonna vertebrale è raffigurata come un albero, in cui scorre la linfa vitale, che mette in comunicazione la terra con il cielo. Il soffio dello spirito si incarna nel corpo, per realizzare, lungo il percorso della vita, ”l’albero della conoscenza”. Dall’albero della vita nelle Sefirot, all’energia del tao, che attraversa i meridiani, o alla kundalini e ai chakra nella tradizione indiana, la colonna vertebrale si conferma come il luogo dove la forza vitale si concentra e si distribuisce nel corpo, in uno scambio continuo tra uomo e cosmo. Nella cabala, i serpenti intrecciati del “nostro” caduceo mercuriano, diventano i 3 pilastri dell’albero della vita, dove il centrale riflette la colonna vertebrale. Secondo il pensiero ebraico l’uomo si avvia lungo il cammino della vita, riflettendo la luce del divino, per evolvere nella vita spirituale. Per gli Indù la spina dorsale corrisponde al bastone di Bramha, dove avviene la risalita della kundalini: la coscienza che torna alla Conoscenza. I 7 chakra principali, localizzati nella colonna, sono porte elettromagnetiche.
Jung li ha definiti come ”le porte dell’anima”, da dove l’energia cosmica entra nell’anima, nello spirito e nel corpo dell’uomo. Abbiamo in questo modo un flusso continuo di informazioni tra il cielo e la terra che genera e mantiene la vita. Secondo la medicina tradizionale cinese, Dumai scorre lungo la spina e da questo meridiano dipende la vitalità del corpo e “l’immunità” di fondo.
Nella lingua ebraica le parole “osso” e “albero” hanno “es” come radice in comune e, sempre in ebraico, la parola “osso” significa anche “essenza”.
La colonna è custode dell’essenza del midollo spinale, dove si formano i globuli rossi del sangue, la nostra carta d’identità, la nostra linfa vitale.
Anche Leonardo da Vinci, con il suo “vitruviano” ci parla del compito di ricondurre la terra al cielo, in un desiderio ideale di unità, reso possibile dal nostro cammino terreno. L’uomo di Leonardo, eretto nel suo asse posturale, è inserito al centro del cerchio, il simbolo del cielo-il creativo, della perfezione.
Il cerchio contiene a sua volta il quadrato, simbolo della terra-il ricettivo, il definito.
L’Uomo si distingue nella sua verticalizzazione proprio per l’evoluzione della colonna verticale, che gli ha permesso competenze raffinate come l’uso della parola. Il suo distinguersi coscientemente dalle altre forme viventi, gli dà la possibilità di percorrere la via della conoscenza, che porta inevitabilmente all’altra evoluzione, quella dello spirito. Il soffio dello spirito si anima nel corpo, ”il rosario” delle nostre vertebre ne è testimone. L’informazione, il progetto della vita, che muove e produce energia forma la materia.
Nell’embriogenesi, dall’incontro dell’ovulo femminile con lo spermatozoo maschile, inizia una precisa sequenza di trasformazione cellulare: dalla trinità dei foglietti embrionali (ectoderma, endoderma e mesoderma) prenderanno forma tutte le strutture del corpo. Intorno alla seconda settimana di gestazione, si forma la “linea primitiva”, ricordo filogenetico, dove la colonna ossea ha sostituito quella cartilaginea delle forme di vita precedenti. Successivamente nasceranno due catene di “somiti” ai lati del “canale neurale” e, l’unione precisa di ciascuna coppia di questi, darà vita alla nostra colonna vertebrale.
Attorno alla colonna si organizzano gli altri tessuti, i vasi, gli organi e gli arti, e al suo interno il tessuto nervoso, che controlla e regola le nostre funzioni insieme al cervello. La c.v. è il nostro asse portante, collega la parte alta con la bassa, la destra con la sinistra. I nervi, che prendono forma dalla colonna, regolano il funzionamento neurofisiologico dei muscoli e degli organi, tanto quanto il cervello. Questo ci spiega come, attraverso la stimolazione vertebrale (con aghi, manipolazioni, pressioni ecc.), si produca un effetto anche sulle funzioni viscerali e su altre parti del corpo. Il midollo porta informazioni dal cervello ai muscoli e dalla periferia al cervello su posizioni, temperatura, dolore ecc. Il sistema nervoso autonomo si divide ai lati della spina in simpatico e parasimpatico. E’ un sistema bifasico, l’uno di espansione, l’altro di contrazione, di movimento e rilassamento, di apertura e chiusura,che rispecchia la polarità del movimento della vita.
E’ ormai chiaro che le stesse leggi che ”regolano il piccolo regolano anche il grande“, che ”la realtà segue regole comuni in tutte le sue manifestazioni, dagli eventi cosmici alla fisiologia umana”. L’osservazione del corpo e della colonna, ci ribadisce il concetto olografico dove, in ogni pezzetto, possiamo trovare l’immagine dell’insieme e viceversa.
Si pensi, rimanendo anche soltanto nell’esempio in questione, come la rappresentazione della colonna vertebrale, si ritrovi nei punti riflessi del piede e dell’orecchio, o come, secondo A. Tomatis, si possa leggere la postura della persona nella curva del suo esame audiometrico, e che le linee palatine riproducono la morfologia della schiena.
La colonna vertebrale, insieme alla sua fascia muscolare, tendini e legamenti, è l’asse portante del corpo, ne sopporta il carico, è il centro dell’equilibrio e costituisce la grossa molla di “scarico” ed adattamento ai vari movimenti, fatiche e funzioni. Per questo non è diritta ma, se vista di lato, somiglia ad una ”esse”, con due curve leggermente in dentro (le lordosi della cervicale e della zona lombare) e due in fuori (la cifosi dorsale e sacro coccigea). Nella forma richiama la figura sinuosa del serpente, e ci potremo divertire a trovare tutte le analogie simboliche e filogenetiche possibili.
E’ formata da 7 vertebre cervicali, 12 dorsali, 5 lombari, 5 sacrali, fuse tra loro e così per le 3-5 che formano il coccige.
Interessante è pensare al numero 7 come al numero che esprime la perfezione del divino: sono 7 i chakra, le note musicali, i colori dell’arcobaleno. Le 7 vertebre cervicali reggono la testa che è sede del nostro “logos”, la parte più “elevata” del nostro corpo. Dodici, la somma di 7+5, è il numero dei mesi dell’anno, delle ore diurne e notturne, delle fatiche di Ercole e delle vertebre dorsali. Simbolicamente significa un luogo di attesa, dove è possibile sperimentare. Questa è la zona dove hanno sede il cuore e i polmoni, che ci rinnovano in ogni istante il miracolo dell’incarnazione. Cinque sono invece le v. lombari e sacro-coccigee. Il significato del 5 ha a che vedere con la materia (i 5 sensi, le 5 dita); è la parte “bassa” del nostro corpo che espleta le funzioni primarie per la sopravvivenza (la digestione, la sessualità) e nel bacino si articolano le gambe. Secondo la medicina tradizionale cinese nei reni risiede il Ming Men, la porta di tutta la nostra energia. Nel ventre, invece, c’è un punto preciso, l’Hara, o Chi, che costituisce il nostro punto di appoggio sia fisico che energetico. Quindi nella parte “bassa”, deputata alle funzioni più “primitive”, rimane presente proprio l’impronta “sacra”!
Ogni funzione è in correlazione con l’altra, come se ci mostrasse un divenire che programma il vivente in un ciclo di rigenerazione continua.
L’asse posturale prevede l’allineamento armonico tra la testa/mente, il dorso/cuore ed il bacino/istinto.
La fisioterapista francese F. Mezièrès ci parla di postura ideale; ispirandosi alle proporzioni del numero aurico, vede la perfetta proporzione anatomica come la posizione a cui tendere per far funzionare al meglio il nostro organismo: in piedi, a gambe unite, l’occipite il dorso ed il sacro, dovrebbero essere su una stessa linea, in modo da salvaguardare la corretta fisiologia della colonna e l’angolo tra orecchio ed occhio di novanta gradi.
In questo modo si garantisce la possibilità alla colonna di fare il suo lavoro, economizzando al meglio il movimento per la massima elasticità, e ai “radar” posturali (occhi, orecchi..), di fornirle informazioni rapidamente e correttamente.
Il mantenimento dell’armonia della sua forma è basilare anche per molte altre funzioni sia organiche che circolatorie.
In medicina cinese si dice che dalla colonna vertebrale possono nascere cento malattie!
In natura la forma perfettamente simmetrica non esiste, ma può esistere l’armonia in qualsiasi forma. Il nostro corpo, la nostra colonna, i nostri muscoli si deformano con gli anni, portando il peso di tutte le nostre esperienze, le nostre paure, fatiche, e sofferenze. Mezièrès ci diceva che ”ci sono sempre due dolori, quello che sentiamo e l’altro, che dobbiamo trovare per guarire, che è la causa del primo”. La risposta o meno ai nostri bisogni plasma il nostro modo di stare al mondo e soprattutto il bambino, ancora non cosciente, si esprimerà immediatamente con il corpo. La ”colonna” registra le nostre emozioni. I nostri blocchi diventano manifesti, modificando la nostra postura, testimoni del nostro percorso.
Il sintomo diviene il simbolo che ci testimonia il punto di arresto, là, dove si è perso l’unità, dove il conflitto non è stato ancora risolto.
Il medico tedesco Hamer individua un altro tipo diconflitto, quello biologico, che ha elaborato da studi comparati di embriologia e filogenesi. Si tratta di una sorta di programma che ereditiamo dai genitori e può attivarsi o meno a seconda del nostro vissuto e di come lo “ri-sentiamo”. Il sintomo, invece appare quando il conflitto attivato, si trova in fase di risoluzione. Secondo Hamer la malattia fa quindi parte di un preciso senso biologico, ed è funzionale per compensare uno squilibrio.
E’ ben nota, invece, la lettura dei blocchi emozionali, decodificata da W. Riche e A. Lowen: blocchi inscritti nel corpo, nella schiena, proprio come mappe topografiche.
Quando ci troviamo a vivere una situazione molto difficile e dobbiamo “tenere duro” il nostro corpo ci difende formando una corazza muscolare. La colonna vertebrale, in questo modo, diviene compressa dai suoi muscoli e si deforma.
Non posso fare a meno di ricordare una ragazza con una grave scoliosi, che ho conosciuta al centro della dottoressa L. Bertelè di Milano, diversi anni fa.
La scoliosi è una disfunzione complessa, e in questo caso la ragazza era davvero ”schiacciata” da una situazione familiare di grande sofferenza, troppo grande per la sua età. La madre decise per l’operazione chirurgica e le fu inserita una barra di metallo lungo la spina per ”obbligarla” a raddrizzarsi. La sua situazione familiare non cambiò e dopo, più o meno un anno, seppi che le era ritornata la scoliosi: la sua schiena stava piegando il metallo!
Non voglio fare interpretazioni sui vari significati delle malattie, che sento fare troppo spesso in modo superficiale e con poco rispetto verso chi soffre, ma ricordare, ancora una volta, che lavorare solo sul sintomo è spesso fuorviante. Le contratture muscolari dovute a grossi conflitti o stress cronico provocano cambiamenti morfologici, accorciando le fibre muscolari, tirando i capi articolari su cui sono inseriti, indurendo il tessuto connettivo.
Oggi, molti studi, hanno dimostrato che modificazioni meccaniche del citoscheletro della cellula influenzano la chimica cellulare. Il bilanciamento posturale, il riequilibrio della colonna, non agisce solo migliorando la posizione ed il funzionamento dei muscoli, vasi e organi, ma anche sulla pelle, sulle ossa, e l’insieme delle fasce che avvolgono le più piccole strutture del corpo.
Sempre di più, la ”psico-neuro-endocrino-immunologia”, ci mostra i collegamenti diretti tra il sistema nervoso centrale e quello autonomo, dimostrando neurofisiologicamente il collegamento biunivoco tra pensieri e corpo, emozioni e fisico. L’asse ipotalamo-ipofisi–cortico-surrene, che dall’apice del cervello, attraversando la spina dorsale, arriva fino alla zona renale, costituisce neuro-biologicamente il circuito stress-cervello-organi-corpo. Non ci può essere attività psichica senza attività cerebrale, scientificamente almeno, ma è vero anche che, l’attività psichica, cambia l’attività biologica.
Il sistema immunitario è quindi in contatto diretto con questo meccanismo. L’equilibrio, lo stato di salute è garantito dalla buona comunicazione di questi sistemi, che devono garantire la circolazione delle informazioni interne ed esterne e permettere l’adattamento necessario.
Il corpo, l’asse posturale della colonna, rappresenta la nostra biografia antica e recente, ci manifesta il segno e ne suggella la memoria. Dal sintomo, dai punti dolorosi, per esempio della colonna, possiamo risalire alle catene muscolari tirate che squilibrano l’asse, alla sofferenza di alcuni organi, alle influenze negative di certi fattori ambientali, ad un’alimentazione scorretta ecc... fino, risalendo “sul filo di Arianna”, a comprendere l’origine del conflitto o stress che attiva “il programma di malattia”. Viceversa, una vita modulata secondo le proprie caratteristiche biologiche e soprattutto la possibilità di essere in contatto con la nostra identità profonda, ci renderà più forti anche nella nostra risposta immunologica.
Ma la vita è informazione in continuo movimento e mutamento, e l’adattabilità che richiede, in tutte le sue forme, necessariamente prima o poi genera un “troppo pieno”, ”un blocco”.
La grande scommessa è non fermarsi, non “incistarsi” in questo blocco, non aver paura dello stato di malattia, ma riuscire a leggere il sintomo-messaggio per sciogliere “legacci” vecchi e nuovi e salire di gradino nella nostra ”scala di Giacobbe”.
La meta finale è in continuo movimento e il presente modella il futuro.
Colui che è capace di ascoltare e comprendere l’analogia dei molteplici stati dell’essere, sia che studi la materia o la simbologia degli archetipi, terapeuta o paziente, esplorerà anche il proprio animo.
La scienza in questo modo può ritornare ad essere il cammino per la Conoscenza e magari, ricongiungere in questo modo il cerchio infinito.