“La luna si specchia nel lago solo quando l'acqua è calma“.
“Chiudi gli occhi, rivolgi il tuo sguardo verso dentro e vedi tutto lo spazio che occupi col tuo corpo dalla testa ai piedi, facendo attenzione al tuo respiro, a come il tuo corpo è animato da esso, non fare nulla, senti che non sei nemmeno tu a respirare, diventa semplice testimone di come il tuo corpo è respirato e senti come i tuoi occhi si spandono in tutto il corpo diventando spazio... vedi lo spazio dentro di te, la pelle che lo delimita, lo spazio fuori di te, fatti come una mappa visiva di ciò che ti circonda, non solo davanti come sei abituato ma vedi, ricorda, immagina, quello che c'è dietro di te, di fianco a destra, a sinistra, sopra, sotto, vedi questo spazio intorno a te e le cose che lo riempiono, da quelle più vicine a quelle più lontane, vedi che sei al centro di questo spazio infinito che ti circonda.
Ritorna ai tuoi occhi, guarda dentro di te, e mantenendo questa percezione del tuo “esserci”, piano piano, battendo le palpebre, comincia ad aprire gli occhi come aprendo delle finestre, e senti che non sono i tuoi occhi che stanno guardando, c'è un “io che guarda” dietro di loro, lascia i tuoi occhi come un canale aperto per ricevere il mondo da fuori e nello stesso tempo da dentro. Puoi guardare fuori senza perdere di vista te stesso.
Guarda un punto davanti a te percependo il dentro e il dietro di te, allarga i tuoi occhi notando quante cose riesci ad abbracciare col tuo sguardo, la sfericità, la profondità del tuo campo visivo, vedi che ai lati arrivi a vedere almeno fino a 180°, ma continua a vedere-immaginare anche oltre, a 360 gradi intorno, percepisci la linea a cerchio del tuo orizzonte e poi la sfera visiva di cui tu sei al centro, anche ad occhi aperti puoi continuare a sentire l'infinitezza di questo spazio in cui sei immerso e di cui fai parte, diventando pure tu spazio… visione... consapevolezza.
E il tuo respiro continua, la vita continua a scorrere dentro di te, allargandosi, creando sempre più spazio anche nei tuoi occhi, sempre più liberi da tensioni e interferenze, sempre più aperti nel lasciare passare quello che arriva da fuori e da dentro, inspira dagli occhi le cose che vedi, lascia che attraversino tutto il tuo corpo, ascoltando le sensazioni che provi... restituiscile fuori espirandole, in un ciclo continuo, sentendo che lo spazio dentro e fuori te diventa un vuoto sempre più pieno della tua coscienza di esserci”
Questa è una pratica che uso spesso nell'educazione visiva con adulti, la chiamo “sguardo del Buddha” perchè è questa l'immagine che mi rimanda, la sensazione che provo facendola.
E' incredibile come accada spesso che nel momento di aprire gli occhi, il respiro per tutti si blocca, come che mettersi in contatto con il mondo esterno non permetta di lasciare che la vita continui a fluire dentro di noi.
Lo sguardo del Buddha che guarda dentro e fuori contemporaneamente, è la visione “olistica“ del mondo, la visione di chi, in contatto con sé, si lascia attraversare dal mondo, facendone esperienza con tutti i sensi.
“Cambia il modo di vedere le cose e le cose cambieranno “
Wayne Dyer
Un'altra visione del mondo, tipica di noi occidentali moderni, è quella dell'osservatore esterno che guarda per “capire”, per studiare il mondo in modo obbiettivo e scientifico.
Dopo la pratica descritta prima e altre che propongo per migliorare la visione, molto spesso capita un dialogo più o meno così:
- “… mi sembra di vedere meglio.
- Ti sembra o vedi meglio?
- Non lo so, come faccio a saperlo? Mi sembra di sì, di vedere meglio, ma è una sensazione, non lo posso misurare, me lo devi dire tu se è vero o no..”
Questo vuol dire “ non credere ai propri occhi “.
E' difficile avere fiducia del proprio sentire, siamo così abituati a delegare, ad affidarci a una scienza ufficiale, a pensare che la conoscenza sia solo scienza, abituati a guardare poco dentro e molto fuori.
“Sum ergo cogito“
Quante volte mi sento chiedere: “… ma è scientifico il suo metodo?.. si possono misurare i cambiamenti?..“ e non ad esempio : “... ma con le pratiche che mi propone posso fare qualcosa per alleggerire le tensioni dei miei occhi?.. posso migliorare la qualità della mia vita?”
Il “ cogito ergo sum “( penso quindi sono ), la frase storica cartesiana che indica molto bene la supremazia del pensiero, della ragione rispetto all'essere, mi piace molto rovesciarla in “ sum ergo cogito” (sono quindi penso) per ricordarci come prima di tutto siamo esseri umani e quindi possiamo pensare e fare scienza.
Siamo ancora intrisi culturalmente da un concetto di scienza che ha la necessità di separare il soggetto osservatore dall'oggetto osservato, considerando le sensazioni come fallaci, fuorvianti, impedimento a quella che è la vera scienza.
Nella cultura orientale e nella fisica quantistica di oggi è chiaro che l'osservatore influenza l'oggetto osservato perché è nel suo campo, fa parte della stessa realtà.
“La mappa non è il territorio”(Alfred Korzybski) ovvero la scienza, che è fatta dall'uomo, è solo una chiave di lettura della realtà, una mappa per cercare di orientarsi, ma la realtà resterà sempre un mistero, potremo farne solo esperienza con i nostri sensi.
Si è creata una grossa separazione tra l'uomo e la natura, tra l'intelletto e i sensi.
Il più grande problema dell'uomo civile mi sembra proprio questo sentirsi diviso dalla natura, ed essendo natura egli stesso, sentirsi diviso persino da sé, non in contatto con se stesso. Questo è un problema perché crea un senso di isolamento, perdita di radici e di quel filo sottile che ci lega al tutto.
Le malattie stesse sono spesso date da un non contatto con se stessi, da un corpo “disabitato”, il corpo stesso è considerato sempre più una macchina indipendente dalla nostra anima.
Il guardare il mondo da fuori, separandoci da esso, ci porta a sentirci padroni, il fatto di poterlo studiare ci fa pensare di essere superiori alla natura, dimenticandoci che siamo natura anche noi.
Il fatto di avere una coscienza che può anche fare scienza non ci può far dimenticare che questa coscienza fa parte di un ordine molto più ampio, che include tutto, che non fa separazioni fra dentro e fuori, spirito ed emozioni, mente e corpo, fra cose visibili ed invisibili.
Proviamo a cambiare la nostra visione del mondo e a guardare noi stessi e il mondo attorno con lo sguardo di pace del Buddha che tutto abbraccia.