Waterhouse rosaParlare della respirazione come di un ente astratto, che si può manipolare isolatamente, potenziando solo la capacità respiratoria, non la sua qualità, è ridurre la possibilità di capire il processo nella sua globalità.
 
"Nell'insegnamento, ogni tecnica isolata del respiro, della voce o dell’articolazione vocale deve essere eliminata, perché esercitando queste funzioni isolatamente, l'allievo difficilmente troverà il ritmo giusto ". Coblenzer- Muhar
            
Il respiro e la voce sono uniti intimamente e fanno parte della personalità d'ogni individuo.
Educando la respirazione si educa la voce, cosa che non succede invertendo i termini, ossia, non è detto che educando la voce si ottenga una respirazione facile, morbid e  spontanea.
Il perché bisogna cercarlo nel modo di insegnare il canto. La vecchia tecnica del canto italiano che è stato esportata in tutto il mondo è oggi in netto declino.
La parola "impostazione vocale ", si concepisce solo per il canto lirico, potenziando la forza e il volume a discapito della bellezza del suono, della pronuncia e soprattutto  della naturalezza dell'emissione.
Questo porta naturalmente ad una spinta diaframmatica che altera il processo respiratorio ed è causa di tante disfunzioni che colpiscono i cantanti come raucedine, perdita di tono e sonorità e soprattutto comporta generalmente, una durata molto limitata della carriera.
Questo fenomeno si verifica, sia nei cantanti di musica classica, che in quelli di musica leggera.
In questi ultimi, poi, si crea l'equivoco che "impostare la voce " sia condizione necessaria SOLO per cantanti lirici, che hanno le note ed il registro più acuti, senza capire che la vocalità che unisce salute e qualità del suono sta nel centro del registro vocale, dove la respirazione è più fluida e meno influenzata dal bisogno di superare la "capacità vitale ".
        
Ma come si respira?
Evitando gli errori più frequenti tipo: inspirare in modo rumoroso, parlare velocemente pronunciando le ultime sillabe spingendo, bloccare il flusso d'aria con l’ idea di risparmiare il fiato.
Il principio dell'apnea è contrario ad una sana respirazione, perché chiude il passaggio del fiato, creando  una pressione eccessiva in tutta la cintura diaframmatica.
La respirazione più naturale si avvale d'un uso della muscolatura faccio-cranica, diverso.
            
Individuare quella posizione è indispensabile. Pensare di annusare un fiore o un profumo, aiuta a sentire un passaggio diverso, più esterno, ma, questa posizione si raggiunge con la concentrazione messa nella postura e nell’ ascolto interiore soltanto, senza pensare al naso o alla  quantità d'aria presa.

Diceva Magda Olivero:
 “studiare la respirazione, vuol dire approfittare d'ogni occasione nella vita d'ogni giorno, e non solo fare ossessivi esercizi di voce ".

A questo punto bisogna parlare dell’importante funzione diaframmatica, che non è solo il motore della voce e del respiro ma, anche il muscolo che regge la posizione  eretta della colonna vertebrale.
Perché il diaframma lavori a favore della salute, deve agire morbidamente, nella sua piena funzione di "mantice ", ma perché questo accada ci deve  essere,
necessariamente un collegamento con la muscolatura cranica, per favorire una presa d'aria rilassata e naturale.
Questa condizione deve essere mantenuta, anche parlando, recitando o cantando, giacche è quella posizione che rispetta il ritmo respiratorio particolare d'ogni individuo.
Questo modo di respiro ampio e alto, aiuta a prevenire raffreddori e raucedine per la sua capacità di pulire costantemente i seni frontali, creando una maggiore ossigenazione nel sangue che va al cervello.
Naturalmente si respira sempre e solo per il naso, evitando con cura la respirazione per la bocca che è concausa importante nel reflusso gastro-esofageo,
giacché riempie lo stomaco  d'aria, che a sua volta stimola la distensione innaturale del cardias, che permette  la risalita dei succhi gastrici, provocando l'acidità che, non solo disturba la digestione, ma che infiamma le corde vocali, portando seri problemi alla fonazione.
Si deve evitare il soffio nell’educazione della respirazione, giacché bisogna abituare la muscolatura all' eliminazione dell'aria solo attraverso il naso (sia come soffio sia in forma di voce). Si potrà sentire cosi, che eliminare l'aria per il naso provoca una tensione muscolare maggiore  diversa di quando viene eliminata attraverso la bocca, questo ci farà capire l'importanza di un lavoro interiore NON forzato.
C'è una grande differenza fra inspirare coscientemente e sentire l'aria che ci riempie senza nessuna azione apparente.
Ed è per questo che (diceva sempre F. Muhar, fisiatra del respiro) dobbiamo  opporci all'opinione che prima di parlare o cantare si deva prendere coscientemente fiato. Ogni polmone contiene già abbastanza aria per cominciare a parlare a cantare.
Questo non vuol dire che non si debba respirare, ma che non si deve perdere la naturalezza del respiro, giacché accumulando troppa aria, spesso con la spalle  contratte, si blocca il flusso d'aria con la conseguenza di una  SOLO apparente  mancanza di fiato.
Ogni persona, in qualsiasi momento della sua vita, può imparare a respirare, camminare e muoversi in modo diverso; ma è condizione essenziale che capisca che non c'è niente di permanente o forzato nel nostro modo di agire che, non possa essere modificato.
                      
''Le possibili alternative alle nostre funzioni e strutture sono sbalorditive. L'abitudine spesso ci rende ciechi alla straordinaria scelta di alternative a nostra disposizione"









   M. Feldenkrais
            
Respiro, voce e movimento, sono elementi che coordinati parlano di noi, con una profondità che trasmette un’attenzione  verso gli altri autentica e positiva.
Ed è nel nostro rapporto con il mondo esterno, che si trova la chiave della nostra serenità interiore.
E non è mai tardi per cantare, per respirare e per vivere meglio.

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