di Irvin D. Yalom.
Neri Pozza Editore, Vicenza 2012.
Per "natura": "Non intendo gli alberi o le foreste o l’erba o l’oceano o qualsiasi cosa che non sia fatta dall’uomo. Intendo tutto quello che esiste, l’assolutamente necessario, l’unità perfetta. Con il termine natura mi riferisco a tutto ciò che è infinito, unificato, perfetto, razionale e logico. È la causa immanente di tutte le cose. Ogni cosa che esiste, senza eccezioni, funziona secondo le leggi della natura. Quindi quando parlo di amore per la natura, non intendo l’amore che tu provi per tua moglie o per tuo figlio. Sto parlando dell'amore per Dio [...] l’essenza effettiva di Dio è un mistero al di sopra e al di là del pensiero. Dio è infinito e, siccome noi siamo soltanto creature finite, la nostra visione è limitata".
Frutto di una commistione di più generi letterari Il problema Spinoza è un romanzo: biografico, traccia la vita di Spinoza; filosofico, delinea i filoni principali del suo pensiero citando brani provenienti dall'Etica; storico, riporta alla luce un documento (il 17b-PS) scritto dall’ufficiale nazista dell’ERR Alfred Rosenberg (l’Oberbe¬reichts-leiter Schimmer), che confiscò la biblioteca di Spi¬noza durante l'occupazione nazista in Olanda; narrativo. La trama si sviluppa tra realtà e finzione, l'autore Irvin Yalom - psichiatra, psicoterapeuta e professore alla facoltà di Psichiatria della Stanford University - nelle pagine di questo libro profila le personalità di due giovani uomini che, in epoche diverse e temporaneamente distanti, si interrogano sui temi esistenziali dell'individuo: il valore della vita e Dio. Yalom utilizzando gli espedienti propri della psicoterapia nel corso della narrazione fa parlare i protagonisti, li sollecita a raccontarsi. Le loro riflessioni interiori "ad alta voce" lasciano trapelare quel mondo di valori, idee, dottrine, non sempre condivise, provenienti dal contesto storico, istituzionale e sociale della comunità ebraica olandese del Settecento per Spinoza e della Germania nazista per Alfred Rosenberg. Il libro oltre a decantare il solenne pensiero filosofico di Baruch e a ricercare le origini dell'antisemitismo di Alfred, affonda - con una persuasiva immaginazione narrativa - nel loro universo interiore; Yalom si immedesima, con una discreta abilità empatica, nel mondo animico di Spinoza e Rosenberg, svelando un'umanità fatta di emozioni, passioni, sentimenti ma anche di paure, dubbi e tormenti esistenziali.
Lo stile narrativo é scevro di fronzoli, il linguaggio é colloquiale e proprio per la mancata ricercatezza sintattica, potrebbe essere definito all'americana "easy", adatto a un pubblico generico. Benché si presenti come un libro voluminoso, per come é strutturato, si presta ad essere letto velocemente; la lettura é incalzante.
Molte le suggestioni proposte: un raffronto tra la maturità di un giovine del Cinquecento e quella di un adolescente del secolo scorso, la dicotomia tra saggezza e indottrinamento, i significati di religiosità e spiritualità, la scelta di conformarsi alle convenzioni e di vivere in piena libertà...
il resto è tutto da scoprire.
La storia
Estonia, 1910. Il giovane Alfred Rosenberg viene richiamato dal preside Epstein per aver proferito violenti commenti antisemiti in classe. All'ebreo Epstein non resta che condannarlo a una singolare punizione: imparare a memoria alcuni passi dell'autobiografia di Goethe, il poeta che l'adolescente dichiara di venerare come emblema stesso del popolo tedesco. In quei brani Goethe si dichiara fervente ammiratore di Baruch Spinoza, il grande filosofo ebreo del diciassettesimo secolo. La lettura insinua nella mente del giovane Rosenberg un dubbio che lo accompagnerà per il resto della vita: come può il sommo Goethe aver tratto ispirazione da un uomo di razza inferiore, Baruch Spinoza?
Amsterdam, 1656. Bento, in ebraico Baruch, Spinoza proviene da una famiglia di origine portoghese, sfuggita all'Inquisizione e riparatasi nella più tollerante Olanda. Nonostante i suoi ventitré anni Baruch non esita a elaborare pensieri eccentrici sulla fede, e idee sul mondo così poco ortodosse da attirare il sospetto di eresia. Scomunicato e costretto a condurre una vita solitaria Bento di nascosto si istruisce sulla lingua e le idee di Aristotele e dei grandi filosofi greci presso l'accademia di Franciscus van den Enden, un elegante uomo di mondo, quel mondo esterno così inviso alla comunità ebraica.