La gravidanza è un evento fisiologico, naturale.
Il compito del ginecologo è quello di seguire, accompagnare, osservare la donna nei nove mesi e riconoscerne gli eventuali segnali di disequilibrio sia fisici che psichici. Il viaggio della gravidanza è un lungo percorso di adattamento all’essere madre: nasce un bambino ma nasce anche una madre. Per alcune donne il percorso è semplice, lineare, armonioso (“mai stata così bene come in gravidanza!”); per altre è una strada sconnessa con buche e salite e improvvise pianure.
E il corpo in gravidanza “parla” e racconta sintomi e segni importanti da ascoltare e da decifrare.
Il colloquio e l’ascolto sono dunque i primi esami diagnostici da effettuare una volta al mese in gravidanza.
Ogni mese è diverso, ogni tappa è diversa: il ginecologo accompagna la donna nel suo cammino e con lei capisce dove è la difficoltà o la fatica del momento, e con lei cerca la soluzione, la terapia più appropriata: un cambio di alimentazione, un fitoterapico, una odificazione dello stile di vita, un rimedio omeopatico…
Si cerca lo stimolo giusto a mettere in moto un cambiamento, un’autoguarigione che consenta di superare quella particolare difficoltà del viaggio.
Il controllo mensile, quindi, comporta un colloquio ed una visita medica importante per valutare l’accrescimento dell’utero, sentire il battito cardiaco e la posizione del bambino, valutare la pressione del sangue della donna.
Credo che la tecnologia e i successi della medicina cosiddetta convenzionale debbano essere utilizzati e messi al servizio della salute della donna e del bambino con intelligenza e razionalità.
Fondamentale non eccedere nella medicalizzazione della gravidanza ma nemmeno svalutare l’efficacia e l’importanza di alcuni accertamenti medici.
Il protocollo ostetrico che esiste in molte regioni italiane ha la funzione di standardizzare gli esami in gravidanza e ha una utilità evidente per i convenzionali controlli ginecologici, dove la breve durata delle visite e la mancanza di un rapporto continuo medico–paziente non consentono una prescrizione personalizzata degli esami.
Sarebbe importante invece che ogni medico conoscesse la propria assistita abbastanza da comprenderne i punti delicati, le patologie possibili, le situazioni emotive che la circondano. In questo modo il ginecologo potrà personalizzare gli esami del sangue, gli accertamenti e le domande importanti da fare alla donna.
Ecografie
La diagnosi ecografica è uno strumento importante, da utilizzare però con criterio.
Inutili le ecografie mensili e quelle tridimensionali; non ci sono evidenze scientifiche di danni da ecografia ma sicuramente il loro abuso è da sconsigliare così come i video del feto che da un lato sottopongono il bambino ad uno stress inutile (il feto percepisce il segnale doppler) e forse dannoso per la lunga esposizione, e dall’altro fanno VEDERE alla madre un bambino che fisiologicamente ancora deve essere solo immaginato e “sentito”... e non VISTO nella sua realtà.
Nel protocollo ostetrico ci sono 3 ecografie: quella del primo trimestre serve a valutare la datazione della gravidanza: in condizioni fisiologiche e ove l’accrescimento uterino corrisponda alla data mestruale questa ecografia può essere evitata.
Importante e fondamentale invece l’ecografia della 20° settimana: il controllo degli organi e dello sviluppo fetale consente una diagnosi precoce e una possibilità di intervento (anche alla nascita) per le patologie più gravi.
L’ultima ecografia permette di valutare il corretto accrescimento, la funzionalità placentare e la posizione del bambino.
In condizioni fisiologiche può essere una ecografia evitabile anche se l’esposizione al segnale doppler prima della nascita non comporta alcun disagio per il futuro neonato.
Da sottolineare l’importanza di quest’esame nel caso di problemi di accrescimento fetale o per controlli approfonditi su particolari organi (ecografie di secondo livello).
Esami ematici e urine
Fortunatamente l’ultimo protocollo ostetrico della Regione Toscana è stato alleggerito da molti esami inutili.
In linea generale 3 prelievi ematici (uno per ogni trimestre) e 6 esami delle urine sono sufficienti in situazioni di fisiologia per seguire al meglio la gravidanza.
Importante l’emocromo per riconoscere anemie spesso asintomatiche: il feto prende dal sangue materno tutto il ferro di cui necessita e non va mai in carenza, la madre invece può restare priva di questo prezioso elemento che è invece fondamentale anche durante il parto e per una buona ripresa durante l’allattamento.
Il controllo periodico della glicemia può mettere in evidenza un diabete gestazionale importante da riconoscere ai suoi esordi e facilmente trattabile con una buona alimentazione.
La mini curva invece è un esame consigliabile solo nelle situazioni a rischio (diabete in famiglia, eccessivi aumenti di peso, ecc..).
L’assunzione di una dose elevata di glucosio senza indicazione medica infatti è comunque una fonte di disagio per la madre e per il suo organismo.
Il controllo delle patologie infettive più gravi: epatiti e HIV ha senso solo all’inizio della gravidanza… rosolia e toxoplasmosi possono essere ripetute se negative 2-3 volte in gravidanza oppure nelle situazioni in cui c’è stato un rischio infettivo.
Le transaminasi come indice di funzionalità epatica hanno un significato se controllate all’inizio della gravidanza nelle situazioni materne di rischio e nel terzo trimestre per la possibilità di sovraccarico del fegato a fine gestazione.
La funzionalità renale è importante da valutare per l’aggravio che la gravidanza comporta per il rene, e l’esame delle urine permette di riconoscere iniziali squilibri che possono essere facilmente risolti con il riposo, l’alimentazione corretta ed eventualmente con un rimedio omeopatico.
Una patologia importante a fine gravidanza è la gestosi: ritenzione idrica con edemi intensi, pressione elevata, proteine eccessive nelle urine, pruriti diffusi; sintomi che indicano un grave squilibrio materno.
Importante riconoscerne i primi segnali sia fisici che chimici, a livello ematico e urinario; anche in questo caso una corretta terapia omeopatica può riportare all’equilibrio la gravidanza.
Concludendo ritengo fondamentale un uso appropriato della tecnologia medica ovvero una tecnologia che sia al servizio della donna, e non la donna resa succube della tecnologia.