giulioboccaGiulio è stranamente agitato, la testa sta pensando ad altro e non sembra essere minimamente turbato quando gli comunico che ha tre carie iniziali sui secondi molari, tartaro e placca che gli stanno creando una gengivite, e delle usure sui margini incisali del gruppo frontale, esito di un accanimento quotidiano sulle sue unghie, che appaiono devastate, e sulle penne rosicchiate in alternativa alle dita, durante le lunghe mattinate scolastiche…..
Strano, con Giulio che conosco, ormai, da dieci anni e con cui ho un rapporto di grande familiarità, oggi non riesco a sintonizzarmi e lui che è sempre stato molto  attento alle mie indicazioni, ai miei commenti sulla sua bocca e sui progressi costanti della sua attenzione su di essa, proprio oggi, che ci sarebbe da sfruttare il nostro “complice” rapporto di fiducia reciproca… ecco, proprio oggi, non mi ascolta e pensa ad altro!
Non è la stessa cosa per i genitori. Sono strabiliati! per Giulio, che ha ormai quattordici anni, anche da un punto di vista odontoiatrico nulla è stato lasciato al caso….  come può essere accaduto ciò?
Ripercorrono a flash tutto l’iter odontoiatrico del figlio, il loro è stato un atteggiamento responsabile, consapevole e caratterizzato dalla puntualità nel rispettare le tappe di osservazione dello sviluppo dell’organo-bocca di Giulio.
Un’equipe di esperti scelti con cura (il pediatra, l’omeopata, l’ostetrica…) ha vigilato sulle primissime fasi di sviluppo, ha sostenuto l’importanza dell’allattamento al seno, ha scandito con saggezza i tempi dell’utilizzo del biberon, non facendolo entrare nella scriteriata routine.
Così come il ciuccio, tempestivo e inevitabile dono di una nonna, ”che-non-può-sentire-il-nipotino-piangere-mentre-i-genitori-troppo-giovani-e-senza-cuore-non-si-accorgono-quanto-il-piccino-soffra!” che come una meteora ha tracciato un velocissimo passaggio in casa, “perché-comunque-i-genitori-siamo-noi-e-decidiamo-noi-cosa-fa-bene-o-male-al-nostro-bambino!!”
(Sbong! La nonna è andata via offesa sbattendo la porta!)
Poi l’attenzione alla respirazione, perché oramai è noto come problematiche respiratorie incidano in maniera determinante sullo sviluppo della bocca e quindi lavaggini continui delle microscopiche narici per attivarne la preziosissima funzione, senza ostruzioni di muco, (lo ha confermato anche il cugino dentista che ha studiato a Miami che viene periodicamente interpellato, al fine di ridurre le infinite ansie, ma che altro non fa, che infoltire il caos dell’intricata selva di informazioni… alle quali però è bene non rinunciare!!!),  Anche il naso è sotto controllo!!
Con grande lungimiranza è stato programmato anche lo svezzamento con una progressiva introduzione di cibi consistenti, mordere e masticare è stata una funzione naturalmente introdotta nella vita di Giulio, che si è,   così, con semplicità, accorto che piacere sia esplorare il mondo anche con la bocca e prendere, fin da subito, la vita a entusiastici morsi!!!
“Siete-degli-incoscienti! ilmondo –è-pieno-di-germi!-Il-bambino-con la crosta-del-pane-potrebbe-soffocare!-Vieni-Giulietto-che la-nonna-ti-prepara-il-frullatino-il-passatino-la-minestrina-la cremina-e-il budino!”
(Sbong! La nonna è ri-andata via, ri-sbattendo la porta, ri-portandosi a casa il mixer, il frullatore, il tritatutto… e il disinfettante di superfici...).
Il piccolo come un orologino svizzero a nove mesi ha cominciato a gattonare… e vai! il coordinamento  motorio, così importante nella programmazione di quella che sarà la masticazione bilaterale sta mettendo le sue basi…
La nonna si è affacciata, raggiante, una mattina, di buon ora, con un coloratissimo girello che, alle ore 12.00 del giorno stesso, era già stato prontamente cambiato dal negoziante con un morbido peluche…
(“che-vuole-son-giovani-hanno-le-loro-idee-e-non ascoltano-Devono-fare-i-loro-errori!-Io-son-solo-la-nonna-faccio-quel-che-posso….!!”)
Di sera, tutti insieme, per il rito dello spazzolamento dei denti.
Giulio ha avuto prestissimo lo spazzolino del suo colore e il suo dentifricio preferito, dimostrando subito personalità sia nelle scelte personali che nel tracciare artistiche macchie bianco-lattescenti sullo specchio e sul pavimento del bagno.
Raggiunti i tre anni babbo, mamma e Giulio con la coscienza a posto, con la tranquillità di chi sa di aver avuto una condotta irreprensibile, si presentano alla prima visita odontoiatrica.
Giulio fa un figurone e il dentista si spertica in complimenti su come i dentini del bambino siano puliti e sani, mostrino già una buona impostazione, strutturale ma soprattutto funzionale: nessuna disarmonia muscolare fa presagire un’evoluzione verso problematiche ortodontiche.  Bravi!!
I genitori gongolano….”ah!- se-avessimo-avuto-anche-noi-tutte-le-attenzioni-che-ha-avuto-Giulio non-avremmo-portato-per-dieci-anni-la-macchinetta !”
Dall’alto tuona una voce: sussulto generale! E’ la nonna, che da qualche  remoto  meandro  della  coscienza  dei   giovani genitori si fa comunque sentire: “Siete-stati- curati-dai-migliori-ortodontisti-dell’epoca… mi-ricordo-benissimo –quanto-mi-costò-quella-bocca-lì...!!” Attimo di smarrimento.
I saluti con il dentista sono cordiali e ancora pieni di complimenti. Appuntamento tra un anno.
Gli anni si susseguono veloci inseguiti dal tempo che incalza e da tappe di crescita che quasi si accavallano. La gestione responsabile della bocca di Giulio si è arricchita di altri particolari suggeriti dal dentista, si masticano cibi consistenti, si continua a respirare bene, si controllano le buone abitudini alla luce del buon senso, senza mai che tutto ciò diventi un’ossessione per il bambino, ma non abbassando il discreto, ma ben presente, livello di vigilanza.
La nonna ha regimentato giudiziosamente l’elargizione di chicche-spazzatura (che-sarà-poi-un-lecca-lecca?-non-si-può-proibire-tutto-a-questi-bambini…mettilo-nella-taschina-e-non –lo-fare-vedere-alla-mamma!!)
La permuta a sei-sette anni avviene correttamente, in mezzo alla tenera scoperta di tutte quelle finestre tra gli incisivi, e mentre topini e fate dei dentini espletano egregiamente il loro atteso compito di rimborso in denaro, i primi molari vengono sigillati dal dentista con un atteggiamento di grande protezione e aiuto nella conservazione di un patrimonio di smalto che dovrà  durare tutta la vita.
Controlli annuali, appuntamenti  oramai consueti per controllare che tutto prosegua bene.
Lo studio dentistico è diventato un luogo familiare, dove si controlla, si fanno domande e si chiariscono un po’ dei dubbi suscitati dalle migliaia di notizie che arrivano da fonti di informazione, le più disparate!!
Giulio! Come sei cresciuto! Sei già alle scuole medie! E tutti i tuoi denti dove sono finiti?
La permuta di molaretti e canini è iniziata con un fuggi-fuggi generale che lascerà spazio all’eruzione di premolari, canini permanenti, e in “coda” si aggiungerà il secondo molare. L’opera appare quasi completa tutto è stato condotto a regola d’arte.
Giulio è un bambino fortunato, i genitori (e la nonna) sono orgogliosi di lui e del lavoro fatto sulla sua bocca… ma..
Il grande “MA”, è che non si sono ancora fatti i conti con il proseguo della storia che è:
“MA POI ARRIVO’ L’ADOLESCENZA”.
Il sovvertimento di tutte le certezze fisiche, psichico-emotive, relazionali si verifica ed ha grandi influenze anche sui i denti, con i loro annessi e connessi!
Ci chiediamo: come può l’incipit di questa storia con tutti i guaietti odontoiatrici presentati essere di fatto  l’epilogo di un percorso così idilliaco, ideale: meta agognata di realtà, ben più accidentate, di quella quasi favolosa di Giulio?
Il fatto è che, anche nella bocca, quella fase eroica (per qualsiasi ruolo si ricopra) chiamata adolescenza è un terremoto dal quale si esce, tanto meno acciaccati, quanto meglio si è lavorato nel periodo dell’infanzia.
L’equilibrio, strutturale e funzionale, tanto esaltato dal dentista nella bocca di Giulio adesso deve reggere al   susseguirsi dei picchi di crescita e adattamenti posturali che trovano proprio nell’ingranaggio occlusale il loro luogo di maggiore accomodamento, essendo la mandibola, un segmento osseo fortemente bilanciante. Questo suo ruolo potrà essere espresso al massimo, quanto più libero, ma nello stesso tempo ben impostato e forte è, questo bilanciere posturale, che risulta essere, il nostro ingranaggio occlusale.
Il sistema neuro-muscolo-scheletrico deve essere ben impostato, ma disponibile al cambiamento (quindi alla crescita) e comunque accuratamente  sorvegliato… (regole d’oro universali!!! ndr).
Un nemico alligna sottostimato nelle nostre case: i giochini elettronici, i computer e la stessa TV, di fronte ai quali i ragazzi passano ore al giorno, sono una reale, sottostimata minaccia all’equilibrio posturale. Calcolate quante ore alla settimana passano i vostri figli con questi aggeggi, e di conseguenza, quanto possano  interferire con il loro processo di crescita.  
Cambiando aspetto, l’adolescenza ci fa uscire dall’ovattato nido di esclusiva gestione genitoriale in cui l’unico problema è far fronte alle affettuose ingerenze delle nonne…
In realtà la battaglia è ancora tutta da combattere.
L’autonomia è sperimentazione e il desiderio di dimostrare la propria onnipotenza, sprezzanti delle melense raccomandazioni degli adulti, si esprime anche nel mettere alla prova la resistenza dello smalto dei    propri denti agli zuccheri più o meno subdolamente  nascosti in accattivanti confezioni di merendine e bevande dal nome indubbiamente seducente di  soft-drinks, che vanno tanto di moda!!!  E la sfida non sarebbe completa se a queste cose, poi seguisse un remissivo spazzolamento di denti… Giammai!
Il Ph della saliva tende così all’acidità, complice anche tutta la contemporanea tempesta ormonale e così, lo smalto, protetto a spada tratta per anni, comincia a subire delle microscopiche intaccature.
A scuola, per non sembrare dei retrivi e oscurantisti pedagoghi, gli insegnanti non si sognano nemmeno    lontanamente di interferire sulle comuni pratiche di biascicamento di ogni qualsivoglia oggetto o alimento: e qui la fantasia si può sbizzarrire* tra gli oggetti, ogni prodotto di cancelleria è considerato degno del lento ruminare, molto apprezzati sono anche i beccucci delle borraccette in cui vengono imbottigliati tè, succhi o    acqua.                                                                                                     
Per i più previdenti, scorte di chew-gun, opportunamente stivate al mattino negli zaini, possono essere un modo per ingannare il tempo, che in classe scorre lento, e al cambio dell’ora, quando non c’è l’insegnate, i più       acrobatici si possono produrre in gloriose, ardite bolle, molto considerate soprattutto al momento                    dell’esplosione sul naso…
Questo continuo stimolare “a vuoto” la mucosa gastrica crea ulteriore acidità e il ph della saliva ulteriormente si abbassa (senza dimenticare altri effetti extra-odontoiatrici in cui nutrizionisti potrebbero parlare in maniera molto più opportuna di me: vedi “zuccheri artificiali”).
Nel caso in cui niente di tutto il citato masticabile, sia a tiro, un’ottima soluzione, comoda e pratica è quella di massacrarsi le unghie e pellicine, scaricando su i denti e le delicate articolazioni temporomandibolari in sviluppo, chili di forza compressiva e usurante: un’epidemia!
E lo smalto, in questi casi (visto al microscopio elettronico, è impressionante!) diventa una micro-ragnatela di infinitesime crepe da sovraccarico, che diventano  percorsi facilitati per i batteri della carie.
Il bisogno di mangiucchiare non è solo un “mal costume sociale”, in realtà, studi lo hanno confermato, la masticazione protratta, il rosicchiamento, ma lo stesso bruxismo e serramento hanno valenze neurologiche molto importanti. Sono una modalità di cui il nostro organismo si avvale per far fronte agli effetti biologici della cascata ormonale legata allo stress. Rosicchiando l’organismo si protegge dalla fatica psichico-emotiva di crescere.
E di fatica, quella vera, profonda, esistenziale, nell’adolescenza ce n’è, sempre di più …
Alla luce di questo, adesso guardo con molta più comprensione le usure di Giulio e le sue carie, non vivo questa sua “inversione” di tendenza nella precisa programmazione dello sviluppo dentale, come una  sconfitta mia o un tradimento da parte di colui che appariva inattaccabile…
Questo è quello che spiego agli avviliti genitori. Il bambino cresce, si autonomizza, sperimenta, si stressa e, ebbene sì, si protegge…
Che dire a questo punto: quello che da semplice odontoiatra consiglio è di continuare a tracciare il percorso delle buone abitudini, guarda caso le stesse di qualche anno prima… il fatto che si rivendichi autonomia, non ci autorizza a sottoscrivere tutte le nefandezze considerate: inevitabili “calderini” adolescenziali.
Ricordate la posta in gioco è alta!!
E la partita e ancora tutta da giocare e, soprattutto (anche se non fa piacere sentirselo dire!) ancora, e forse, ora più che mai, nelle mani degli adulti!!!
Alla fine della seduta e della lunga chiacchierata con i genitori, Giulio, visibilmente annoiato mi guarda  richiamando la mia attenzione e rivedo nei suoi occhi il consueto guizzo comunicativo che per tanti anni, anche se attraverso controlli sporadici, avevamo stabilito.
Accenna un sorriso furbetto e da sotto un ciuffo a colpo di vento (risultato di una lunga lavorazione di spazzola e phon) mi chiede: “Senti, che me la puoi dare una sbiancata ai denti? Si, come, quelli alla Tv…” Ora ho capito il motivo della sua irrequietezza iniziale. Ci sorridiamo, complici, lui sa che accolgo le sue richieste e le motivazioni che le sostengono, ma sa anche che questo incidente di percorso (le carie, la gengivite) lo rende, per me, un “sorvegliato speciale”.
Ci vedremo molto spesso, prima per le cure e per controlli più frequenti.
Io sono l’adulto, stabilisco le regole.
L’autonomia si conquista.  

*nella mia attività lavorativa ho avuto, alcuni anni fa, la fortuna di vivere un’entusiasmante esperienza come insegnante in scuole di  diverso grado e quello che dico è suffragato da verifiche dirette.

Ogni riferimento a persone,cose o fatti realmente accaduti è puramente casuale
Dedicato alle nonne, che rispetto, amo profondamente e che hanno dalla parte loro solo amore e, comunque, buon senso.

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