direzione1Il periodo che circonda il momento della menopausa (cioè l’ultimo ciclo mestruale di una donna) si chiama climaterio e corrisponde ai 2-3 anni prima e a 1-2 anni dopo l’ultimo flusso.
Il climaterio è, per molte donne, un grande momento di passaggio… un fiume in piena da attraversare per andare nell’altra riva dove crescono piante e fiori diversi.
Come tutte le fasi di cambiamento può essere un periodo facile oppure difficile... ma di cambiamento comunque si tratta.
La vita fertile
Il corpo delle donne parla, parla più intensamente e più forte di quello maschile: dal primo ciclo mestruale, che segna l’entrata nella vita adulta e nella possibilità di diventare madre, all’ultimo che segna la fine della fase fertile e l’inizio di un nuovo viaggio.
La vita femminile è scandita dalla mestruazione, che con il sangue rosso e caldo ci lega alla terra, alla natura, alla parte materiale e concreta del vivere. I mesi sono scanditi dalle fasi del ciclo,  ogni giorno è diverso, e ogni giorno il corpo presenta un bisogno diverso.
L’energia e la voglia di fare che molte donne sentono dopo la fine delle mestruazioni è seguita nel periodo premestruale da una fase di chiusura e di stanchezza in cui il corpo chiede riposo, la mente chiede silenzio, la digestione chiede cibi leggeri, l’anima chiede una pausa dalla vita frenetica di tutti i giorni. E se non ascoltiamo il bisogno del corpo lui comunque parla, se continuiamo a non ascoltarlo lui grida: con l’insonnia, con l’irritabilità, con il mal di testa, con il gonfiore addominale, con il dolore mestruale… parla per aiutarci a capire che abbiamo bisogno di altro, in quei giorni: parla per aiutarci nel cambiamento.
La menopausa
E passano gli anni fertili e arriviamo a quell’età in cui i cicli cominciano ad essere troppo frequenti o troppo in ritardo: quella meravigliosa regolarità a cui ci eravamo abituate inizia a vacillare, quel ritmo ormai conosciuto del nostro corpo scompare e i messaggi che ci arrivano sono contrastanti, confusi, incerti. Entriamo in un periodo destabilizzante dove non ci riconosciamo più, perdiamo i confini chiari di chi siamo.
Diventiamo come una grossa pentola di minestrone sul fuoco, gli ormoni sono il fuoco e noi iniziamo a ribollire e ciò che viene a galla è quello che prima era sedimentato sul fondo: i nostri vecchi problemi, le situazioni non risolte, i nostri temi più ricorrenti.
Per alcune il senso di solitudine, la rabbia per altre, il non sentirsi amate oppure la sensazione di essere abbandonate.
Quello che torna alla nostra coscienza sono i nostri problemi, i nostri nodi... e ci si ripresentano perché si possa avere un’ulteriore occasione per affrontarli e per riuscire ad alleggerirli.
I sintomi
Le vampate ci costringono a cambiare alimentazione, a cercare cibi più leggeri, più freschi, più digeribili e così diminuiamo il rischio di sviluppare ipertensione, di avere il diabete, di soffrire di osteoporosi. Le vampate ci costringono a cambiare modo di affrontare le cose, a volte sono correlate a momenti di eccessiva ansia, o ad attacchi di rabbia, nel loro manifestarsi ci aiutano a cercare un'altra modalità per affrontare i problemi del lavoro o della famiglia, ci sollecitano a crescere e a gestire meglio le nostre emozioni, a essere più centrate ed equilibrate.
Prendiamo facilmente peso in menopausa e sentiamo dolori   articolari e acciacchi, tutta una serie di sintomi che ci costringono a occuparci del nostro corpo: attività fisica regolare, ginnastiche posturali, massaggi e trattamenti che riequilibrano la  postura ci aiuteranno ad invecchiare meglio.
E poi ancora diventiamo stanche e senza memoria perché nuovi ritmi interni della nostra vita ci chiedono riposo, contatto e un’attenzione maggiore all’interiorità e alla creatività. Non ricordiamo più le troppe cose giornaliere da fare mentre aumenta la necessità di spazio da dedicare a noi stesse. Dopo tanti anni passati ad accudire compagno/figli/casa, nasce un’esigenza diversa, un bisogno di spazi più aperti, di guardare lontano: al futuro della terra, al mondo, allo spirito…
L’abitudine a guardare da vicino ai piccoli gesti di casa, cosa cucinare e dove pulire, cambia e diventiamo presbiti, vediamo meglio le cose lontane e meno quelle vicine!
E allora dove ci porta la menopausa?
Gli animali che meglio conosciamo (cani, gatti, polli…) non vanno in menopausa, muoiono ancora fertili, ossia quando non sono più utili alla specie.
E allora perché la natura fa andare le donne in menopausa ancora e sempre a 50 anni (come nei secoli precedenti quando si moriva a 45-50) mentre l’aspettativa di vita oggi è di 85?
Cosa vuole la natura da noi e da questi nostri 35 anni di vita non fertile? Qual è il nostro ruolo in questa società? Qual è la ricchezza che possiamo dare?
Le elefantesse in menopausa conducono le giovani madri con i piccoli a trovare l’acqua nei periodi di siccità. Le delfine dopo la menopausa secernono un liquido dal seno e allattano l’intero branco.
E noi donne? Quale ricchezza portiamo con i nostri corpi in questa società modellata sui 30enni e sulla energia dei trent’anni? Cosa possiamo dare ad un mondo che ha fatto della fretta e dell’efficienza gli unici valori da raggiungere?
Cosa portiamo in una società aggressiva e violenta in cui la sopraffazione, mascherata da competitività, fa da padrona?
Potremmo…
Potremmo portare la nostra stanchezza e il bisogno di smettere di lavorare dopo le più che sufficienti 8 ore giornaliere.
Portare il nostro bisogno di ritmi lenti perché in questo mondo ci sia tempo per ascoltarsi e guardarsi negli occhi.
Portare le nostre rughe perché in questo mondo diventi più importante Essere invece che Apparire.
Potremmo portare la nostra mancanza di memoria per ricordare a tutti che le cose davvero importanti sono in realtà poche.
Portare il nostro essere stufe di stirare e cucinare per aiutare il mondo ad utilizzare il tempo libero per dare più spazio alla cultura, per ammirare l’arte, per passeggiare nella natura.
Potremmo portare il nostro bisogno di silenzio per aiutare un mondo che non sa più ascoltare chi non urla, chi non è arrogante, chi non è violento.
Potremmo utilizzare questi futuri 35 anni che forse avremo ancora di vita per iniziare a cambiare un mondo che ormai sta implodendo in se stesso e che chiede urgentemente di cambiare.

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